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![]() Tweet LATIFONDISMO Sistema economico-sociale fondato sul latifondo e caratterizzato da un'agricoltura estensiva e povera, spesso in alternanza con la pastorizia transumante, e dalla pressoché totale mancanza di investimenti fondiari (case, strade, colture arboree, impianti di irrigazione ecc.). Esso risale all'epoca romana e fu tipico in particolare dell'Italia centrale e meridionale, dove, in contrapposizione al sistema agricolo dell'Italia settentrionale basato sulla piccola e media impresa, prevalse l'impresa latifondista, a orientamento cerealicolo-pastorale, fondata sul lavoro servile. Ebbe il momento di maggiore sviluppo in epoca medievale, quando le terre del latifondo vennero a coincidere con quelle del feudo o del demanio e facevano capo ai feudatari, ai comuni o allo stato. Col decadere del feudalesimo esse furono accorpate nelle mani di grandi proprietari e generalmente concesse in colonia o in affitto a famiglie contadine con contratti precari e di breve durata. A seguito dello spopolamento delle zone costiere, minacciate dalle invasioni saracene, inoltre, molti di questi terreni caddero in uno stato di completo abbandono e si trasformarono in zone paludose o malariche, rimaste disabitate e improduttive fino agli interventi di bonifica del XX secolo. In Puglia, in Calabria, nel Fucino, in parti della Sicilia, alcune aree a latifondo, mal gestite dal padronato assenteista, furono redistribuite con la riforma agraria, pur ridotta, del 1950. |
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